50anni

A 50 anni ho imparato a ballare sotto la pioggia. Il decennio di morte e rinascita che mi ha insegnato ad accogliere tutto di me e a vivere finalmente libera.

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Vivo o Morto

Mio padre è morto il giorno in cui ha rinunciato a se stesso, il giorno in cui ha smesso di ascoltare la sua rabbia, quando ha soffocato i suoi sentimenti, quando è diventato sordo. Il giorno in cui non c’era nulla che valesse la pena di vivere, il giorno in cui non ha dato valore

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Il funerale privato dell’anima

Ho sempre creduto che il funerale fosse un processo di elaborazione del lutto da eseguirsi in forma privata, in un momento imprevedibile. Quello pubblico rivela molto di ciò che resta del defunto: può rimanere la sua solitudine, oppure la sua gloria e la sua fama, oppure semplicemente nessuno—per via di circostanze che a volte possono

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Sono quel che sono

Sei! Poco femminile.Malata (leggi: pazza).Ingenua, stupida.Sguaiata, volgare.Una brutta persona (me lo hanno detto 22 volte in un anno. Le ho contate).Ingrassata.Sciatta. Disordinata.Strana. Brutta.Solo un po’ carina (mentre mio marito è proprio bello – così mi ha detto una coetanea). Hai! Le tette troppo grandi (senza sapere che una volta lo erano molto di più).Brutte ginocchia.Mani

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Sole di primavera

Il venerdì è una giornata frenetica, la spesa settimanale è un momento piacevole. A volte si aggiungono anche altre commissioni e quando rientro a casa tutto va sistemato. D’inverno il balcone di casa esposto a Nord diventa un frigorifero. Le verdure e la frutta trovano posto in un cesto molto grande posato sotto al tavolo.

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La casa nuova

Una stanza rettangolare è inondata dalla luce del sole al mattino. Una lunga parete laterale è arredata con una console ampia e file di mensole che compongono una libreria. Davanti alla grande vetrata a tutta altezza, la poltrona per la lettura e un tavolino da caffè. Per terra, sul tappeto, libri incolonnati a formare un

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Ritorno a casa

<< Non guardarmi in quel modo.>> <<Quale modo?>> <<Con Quella faccia lì.>> <<E che faccia ho, io non mi vedo dimmelo tu.>> <<Hai la faccia di una che vede la sconfitta dritta davanti a sé.>> <<OH!… Davvero?!?! Mi spiace.>> <<Non é vero.>> <<Mi spiace perché non era mia intenzione.>> <<Eppure é così che mi guardi.>>

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Perchè storieinvoce.it?

Quando ho letto, per la prima volta, del pensiero magico, non ci ho capito nulla. Da allora queste due semplici parole si sono presentate diverse volte alla mia porta senza che io riuscissi a farle entrare e ad ospitarle come si s’addice a chi accogli in casa come uno di famiglia. Un anno è trascorso

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